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Critichì |
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MICHELE, CHE PECCATO!
Una vita stroncata da un folle assassino
L?imprevedibilit? della vita odierna ove la follia ? all?ordine del giorno, colpisce il cuore di tutti NOI amici di Michele Lopez
In una citt? capace negli ultimi 10 anni di ritrovarsi colma di locali pubblici, viene assassinato uno dei decani, capace di resistere da 15 anni al difficile mondo del lavoro serale e notturno, conquistandosi clientela, amicizie e personale dipendente, per la sua naturale umanit? e piacevolezza.
Solo i grandi ci riescono, in un mondo dove le mode fanno cambiare anche i luoghi di ritrovo con la frequenza stagionale del guardaroba.
Peccato Michele ero curioso di vedere la tua ultima trovata il Gastropub. Eri convinto di presentarlo come un locale ex novo, senza alcun riferimento al tuo mitico Joy?s, volevi sorprendere gli amici e i clienti vecchi e nuovi. Che dispiacere pensare di non averti pi? tra noi, di non poterti vedere rendere familiare il tuo Joy?s, tra vecchi e nuovi collaboratori, sempre all?insegna di quel fraterno affetto che scintillava nel tuo locale. Che magia ? volata via.
Ora per Michele bisogna essere tutti insieme, uniti e riuniti perch? lo stare insieme che ci ha fatto conoscere ? pi? importante di prima. Ora, come prima e come domani un deficiente potr? entrare in ogni locale.
Noi e Voi. Il primo locale di Michele Lopez si chiamava cos?.
Inizio anni `90 la moda dei locali pubblici a Bari era all`alba. Oltre a Pizzerie e ristoranti non vi erano ancora molti locali in stile pub, birreria capace di dare intrattenimento, di essere ospitale.
Noi e Voi. Un punto d`incontro molto frequentato davanti il grande sagrato della Chiesa di S. Giuseppe. Non un grande locale, ma un posto che si faceva vivere dentro e fuori animando la piazza, dove in tanti si davano appuntamento e in tanti ora almeno trentenni qualche volta ci sono entrati.
Negli anni in cui i locali iniziarono a moltiplicarsi Michele cre? il Joy`s shop sempre nella stessa piazza ma in un altro angolo, ove i locali erano pi? grandi da permettergli di creare un pub in puro stile irlandese, tutto tavoli in legno targato con la tipica birra scura Guinness. Gli amici frequentatori erano per lo pi? suoi coetanei quarantenni o trentenni che vivevano con lui e i suoi ragazzi dello staff questo angolo del quartier Madonnella, popoloso e popolare quartiere barese a due passi dal centro ma che mantiene inalterati le sue tracce storiche di inizi novecento.
Vivere il locale significava incontrarsi per bere una birra come per organizzare una partita a calcetto, un modo di entrare con amici e uscirsene per fumarsi una sigaretta o per passare le calde serate di primavera-estate sullo stretto marciapiede capace di una fila di tavolini.
Un posto adatto perch? i tuoi amici diventano anche di altri e viceversa, chiss? quante amicizie e quanti amori sono nati da Michele.
Lo staff era un`altra specialit? del Joy`s e, quindi, di Michele. Negli anni tutti bravi ragazzi/e che ti servivano con piacere il piatto o la birra e con cui chiacchierare ridere e scherzare era un tutt`uno.
A noi che abbiamo avuto il piacere di conoscerti, ci mancherai tanto Michele. Che il tuo ricordo rimanga un esempio di rapporti tra uomini e donne, limpidi mai invadenti, chiari e solari come era la tua persona.
Per Noi e Voi, per tutti coloro che hanno un amico che gestendo un locale ? un amico di molti, un pensiero a Michele ed a tante serate passate insieme?
R. C.
Nell?immagine il logo della nuova sala, il nuovo locale di Michele, messo cos? come era, cos? come Michele voleva.
FINALMENTE IL PENSIERO DI ESSERE UNITI
La rabbia e la paura scaturita per aver perso un collega, un amico di molti, ammazzato davanti alla cassa del proprio locale, ha fatto unire storici proprietari di locali della sinistra barese con nuovi imprenditori di destra davanti ad un problema da risolvere, la mancanza di una associazione capace di dialogare con le istituzioni, di una categoria riconosciuta che non rientra nei bar e nemmeno nelle realt? della ristorazione.
I locali pubblici, i pubs. Le luci ?vive? di una citt? che si frequenta la sera e che finisce con la notte una giornata di lavoro per molti e un modo di lavorare per altri. Molti gli studenti fuorisede che in una citt? universitaria come Bari hanno trovato il primo lavoro, un modo per pagarsi da vivere.
Troppo spesso i locali pubblici, per gli schiamazzi esterni di avventori o passanti, sono stati additati come fastidio (specie dagli abitanti del palazzo ove si trova il ?locale?) pi? che come luogo di aggregazione, di lavoro, di una citt? accogliente, da vivere. Quante volte avete passato serate in citt? o paesi che alle 20 delle sera diventano terra di nessuno dove le insegne luminose dei negozi non possono dare quella sicurezza di tornare a casa in una zona che ? vissuta. Vi piacciono o le trovate, spente, morte?
Come ci ha dichiarato il sociologo Franco Cassano che abita al primo piano di fronte al Joy`s, la capacit? di gestire un locale con una buona frequentazione, era un modo di vivere la piazza e la zona abitata che dava piacere e tranquillit? durante il ritorno serale o notturno. Un modo diverso di pensarla ?dell`inquilino di sopra? sull`iniziale fastidio per la musica che si sentiva nell`appartamento o per qualche brusio di gente che chiacchiera per strada.
Ora ai locali baresi spetta il compito di unirsi non solo dietro le lamentele di facciata o perch? spinti da questo caso limite della allucinante dipartita di un operatore, ma per crescere in una cultura da presentare, arricchire e consolidare. Un modo di vivere come Michele ha insegnato a tanti suoi ragazzi che poi si sono aperti altri locali.
Gli errori in questi decenni negli anni li commessi tutti. Operatori e politici, cittadini e forze dell`ordine. Ci vuole in special modo quelli nati alla fine degli anni `90 nella cosiddetta (malamente) Movida barese nella zona di Bari vecchia, come unico sviluppo del Piano Urban che invece di sviluppare zone degradate in maniera eterogenea non pose limiti e margini anche per altre categorie, per un vivere diverso. Ora vivere la citt? e l`intrattenimento nel ricordo di Michele ? un obbligo. Un modo di rendere la citt? vigile con i cittadini vivendo una forza che caratterizza una citt? attiva che va oltre lo spirito commerciale di una concorrenza sleale o dell`incasso, cerca il dialogo per un quieto vivere. Per un sorriso in pi? dopo tante lacrime.
Raimondo Cucciolla
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