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L`Italia nel pallone

I mondiali sono finiti e l`Italia li ha vinti; ?campioni del mondo?, abbiamo gridato pi? volte. Meritatamente la nostra squadra ha conquistato il risultato pi? ambito, senza sconti, senza regali, senza neanche la fortuna degli audaci ma prendendo tutto, partita dopo partita, come solo chi ha fame sa fare.
La nostra italianit? calcistica si ? riscattata dalle corruzioni di campionato nella necessit? di dover dimostrare a se stessa e all`opinione pubblica che ? viva e che si pu? essere fieri di essere italiani. La gioia per il bel risultato ottenuto per? dura una nottata, quella dei festeggiamenti, dopo, si torna irrimediabilmente a fare i conti con la nostra italianit? a tutto tondo e ci si rende conto che per quella c`? ancora tanto da aspettare perch? possa essere vincente come quella calcistica, perch? evidentemente dovr? uscire da questo modo di essere sempre cos? approssimativo, impreciso e furbesco allo stesso tempo; perch? in questa resa dei conti con il nostro essere cos? fieramente provinciali ci? che rischiamo di perdere irreparabilmente ? la consapevolezza della reale situazione da parte dei pi?, una lungimiranza collettiva per invertire la tendenza, per scrollarci di dosso definitivamente questa peculiarit? odiosa del ?tirare a campare?, da sud a nord, senza discriminazioni da primati fatui.
Uno scrittore francese definiva i francesi degli italiani sempre arrabbiati, ma non basta ci? per sentirci in qualche modo spavaldamente superiori e assolverci sempre e comunque, perch? l`Europa attorno a noi avanza, pi? seria, pi? concreta, senza sconti per la mediocrit?.
L`incontro calcistico con la Francia, una squadra pi? strutturata e solida della nostra, diventa metafora anche dell`essenza dell`esatto contrario, della nostra nazione, di ci? che siamo: cuore, passione e leggerezza, cos?, finita l`euforia per il lodevole risultato sportivo conseguito, riprenderemo a parlare di lavoro che non c`? mentre quello esistente ? regolamentato male, di scandali per corruzione, per gestioni societarie fraudolente, di ammazzamenti e rapimenti, scomparse misteriose; poi, torneremo a farci ammorbare da reality, show, reality e show insieme, vite in diretta, buone domeniche e quelle in, insomma, torneremo finalmente alla nostra italianit?, quella vera, che da circa un ventennio ci permette di vivere un`altra dimensione, quella per cui tutto deve esistere a livello virtuale e riguardare sempre personaggi vivibili solo attraverso lo schermo. Una rinuncia precisa e inequivocabile alla complessit?, alla capacit? e volont? di ricercare, comprendere, interpretare; una scelta scellerata: quella della semplicit?, per cui l`impegno intellettivo ? superfluo e diventa pi? facile assorbire che elaborare.
Per adesso, possiamo rimandare i confronti, virtuali s`intende, a fra un mese, con Agosto anche la politica, virtuale, da sempre, va a riposo; tra le discussioni da fare ci sar? da riprendere anche la questione dell`arte e scienza di vivere, dopo che il Referendum per la Costituzione ci ha almeno salvaguardato una qualche unit?.
Non sarebbe male approfittare di questo caldo, incominciare a rinunciare alle lusinghe dei condizionatori e rimpossessarci della realt?, basta guardarla in faccia per stanarla; cos?, chiss?, potremmo anche imparare a non avere pi? bisogno della finzione che ci convince di ci? che ? vero e ci? che ? falso, potremmo anche ritornare ad essere protagonisti delle nostre vite e decidere per una felicit? vera e immediata.
Ma anche questa ? una considerazione virtuale e del resto, ai prossimi mondiali di calcio mancano solo quattro anni e poi, a distrarci ulteriormente ci saranno gli Europei di calcio, fra due anni. S?, chiss? quante cose accadranno per farci discutere, accalorare, dibattere inutilmente, per avere quella sensazione tutta italiana di cambiare tutto senza mai cambiare niente, una virtualit? che ci piace tanto pensare sia virtualismo.
Massimiliano Forgione
 




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