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Critichì |
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La festa e il silenzio
"Mastella rovina le festa delle primarie", titola il principale quotidiano di destra. In realt? la festa delle primarie la rovinano due killer, che a Locri ammazzano un uomo perbene proprio quando esce dal seggio. Un omicidio politico, con scelta non casuale della location e della persona. Un omicidio forse figlio di certe dichiarazioni di isolamento, come spesso ? accaduto in passato con pi? di un magistrato. Uomini uccisi prima dalle parole che dal piombo. La colpa della vittima? Vicepresidente della Regione Calabria, era alla vigilia di importanti nomine nella sanit?, che avrebbero toccato gli interessi di molti. Dove lo Stato non c`?, purtroppo, checch? ne dica il ministro degli Interni. Che quantomeno va sul posto, per un gesto di rispetto. E i suoi colleghi?
Niente. Loro si divertono a blaterare scempiaggini.
"Il carnevale delle primarie", dicono in coro, ripetendo il karaoke dei fogli di regime. "Dati gonfiati, in perfetto stile sovietico", urla il solito ministro della giustizia. "Se la cantano e se la ridono da soli", dice un altro politico del Sud. Come se le primarie, per definizione, non fossero, appunto, un fatto interno a una coalizione, lo insegnano dalle parti degli Usa. Solo il pompiere Casini e il collega Fini, ancora un po` in imbarazzo per il cambio delle regole alla vigilia delle elezioni, dicono l`unica parola sensata: "Rispetto". Rispetto per l`avversario e la sua prova di democrazia. E rispetto per i morti, beninteso.
L`altra parola magica, si dice ancora in questi casi, ? silenzio. La scrivono solo gli studenti, senza scriverla, su uno striscione bianco con cui sfilano, per dire basta al medioevo. Mi trovo d`accordo solo a met?. Silenzio come forma di costernazione, certo. Ma poi battaglia, parole. Non ci pu? essere moderazione, in questi casi. Nomi e cognomi. Fatti. Sequestro dei beni ai boss. Perch? nessuno dei politici ancora dice niente? Quanto a chi continua a starnazzare anche davanti a un cadavere, perch? di un altro colore, la prima tentazione ? quella di un poderoso calcio nel posteriore, lato destro o sinistro fa lo stesso.
Ma forse il silenzio, di qui in poi, resta la peggior condanna anche prer loro. Come lo sarebbe per chi va a divorziare in tv, come ormai ci viene propinato tra un`isola e l`altra, se ancora fossimo in grado di maneggiare un telecomando con una certa destrezza. Silenzio, in quanto assenza di audience.
Vito Ruccia
25 ottobre 2005
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