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Indagine: come si trova lavoro in Italia?

Annunci sui giornali, su internet, in appositi database; curriculum mirati, lettere di presentazione scritte ad hoc, fare buona impressione al colloquio. Certo, tutte leve importanti per chi ? alla ricerca di un impiego, ma nel nostro paese pesa ancora, e molto, la famosa "spintarella".
Il Journal of Economic Behavior & Organization ha svolto un`indagine nella nostra penisola e il dato che ne risulta ? a dir poco sconcertante: l`87% degli italiani trova lavoro attraverso raccomandazione, che sia per conoscenza diretta o su segnalazione di amici o parenti. Percentuale che si flette leggermente se si prende in considerazione solo il Nord e che sale quando ci si sposta invece da Roma in gi?.
Cos? come cambia in base alla tipologia di lavoro: la raccomandazione pare funzioni soprattutto per il primo impiego, per essere inseriti in azienda, oppure per i profil i medio-bassi. I professionisti, coloro che hanno alle spalle una solida carriera e quindi possegono tutti i numeri per dimostrare di valere, in genere procedono anche senza spinte.
C`? da dire che arrivare a questi livelli significa essere gi? ben inseriti nel proprio ambito professionale e di conseguenza conoscere le "persone giuste", che possono tornare utili in caso di spostamento.
Non sempre, per?, essere inseriti in un ambito professionale tramite conoscenze rappresenta un vantaggio: spesso l`azienda tende a pagare meno coloro che hanno gi? ricevuto la famosa spintarella, come se gi? quella fosse un premio pi? che sufficiente a giusticare un decurtamento sullo stipendio rispetto a chi ? giunto a firmare il contratto d`assunzione attraverso un iter regolare.
Questa la prima giustificazione dei datori di lavoro interpellati circa la tendenza ad assumere raccomandati. In secondo luogo gioca la garanzia di affidabilit?: in genere, se si conosce qualcuno, si tende a fidarsi, a credere che far? un buon lavoro e cos? a pari merito, tra un candidato sconosciuto e uno protetto dalla "buona parola" la scelta cade inevitabilmente su quest`ultimo.

Vito Ruccia

10 agosto 2005
 




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