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ORLANDO PAZZO PER AMORE

Spettacolo visto (e recensito) da Raimondo Cucciolla

La Compagnia del Sole con la regia e l?adattamento di Flavio Albanese e Marinella Anaclerio, coppia ventennale nella vita e nel Teatro, ha portato in scena, con dieci giovani e bravi attori-musicisti-cantanti e all?occasione anche tecnici, una brillante comica e visionaria tragedia/commedia su un Orlando che da Furioso in armi diventa Pazzo per amore.
Questa Tragicommedia Popolare o, se preferite, Tragicommedia Pop, ? uno spettacolo ricco, che coinvolge lo spettatore, che pu? (e deve) partecipare facendo vivere ?la propria fantasia?. Entrando ed uscendo nelle e dalle scene, magari attraverso le porte girevoli sul palco, il clima ? tale che ognuno pu? sognare l?amore di Orlando o il fuggire della Donzella Angelica, sentirsi Medoro amante saraceno o nuotare nel mare fino a raggiungere l?Africa.
La Teatro come la Vita, ? un viaggio e ne interpreta umori e storie, rinvanga in ognuno di Noi passato presente e futuro. Non a caso il capocomico, conte Astolfo, nonch? musicante (Dino Parrotta) sollecita fin da subito al pubblico una partecipazione attiva, suggerendo di provare a staccarsi dal mondo reale, lasciarlo fuori dal teatro per farsi una visione propria dell?amore, delle musiche, dei volti nascosti dalle maschere, della battaglia secolare, ma sempre moderna e ricorrente, perch? fatta di sensazioni e sensibilit?, di amori e e di rivalit?, di musica e canti, di silenzi e di volti.
I costumi e le maschere, suggeriscono un cinquecento ampiamente contaminato ed arricchito dall?uso delle maschere della Commedia dell?Arte, cara a Flavio Albanese, noto attore, che grazie ai testi e alla creativit? registica della Anaclerio rendono divertente e surreale la messinscena con musiche che spaziano da Monteverdi ai Tears for Fears. Patrizia Labianca ? l?Angelica che fugge al bel biondo Orlando (Antonio Marzolla) burlato e smutandato, ma che poi si lascia andare all?amore per il tracagnotto Saracino Medoro (Loris Leoci) mentre Orlando insegue la coppia tra mille peripezie. Ed ancora Rinaldo e Ferra?, rispettivamente cristiano e musulmano, si cimentano in un duello cos? leale da partire in groppa ad unico destriero alla ricerca dell?Amata contesa la ?Dea Angelica? quando si accorgono che lei nel frattempo ? fuggita via con il cavallo di uno dei due.
Fugge Angelica ma quando apre bocca, la sua lingua ? popolare, un dialetto ?coratino? scoppiettante e divertente, inverosimile e terreno al tempo stesso, la lingua di una donna costretta a fuggire dagli spasimanti di ogni razza che non chiedono, pretendono. Una cinese italiana di terza generazione dal lessico cifrabile grazie ad una traduttrice, per i comuni mortali non avezzi al volgare cinese, che il re dei Mori Agramante ha scatenato come arma non-convenzionale nell?esercito cristiano, salvo poi ritrovar anche le sue fila svuotate da importanti campioni che partono all?inseguimento della bella Angelica.
Ma nella folle cavalcata di attori e spettatori verso l?amore che naufraga e rivive nell?immaginazione, negli abbracci e nelle passioni consumate, siamo nel 2000 e compare cos? anche l?Art. 18, Marilyn, suadenti bagnanti latine a ?Zibilterra? in abiti anni ?60. Allo stesso tempo la guerriera cristiana Bradamante (Antonella Carone, questa volta ? la donna che ?insegue?) cerca e trova il suo Ruggiero, turco napoletano e cantante neomelodico (Roberto De Chirico) che nell?Incantato Castello vive segregato ma ben lontano, come tutti gli attori in amore, da guerre volute dai capi ma dimenticate dal popolo che insegue l?amore e la passione.
E i cori e le musiche condite da commenti sugli altrui cotanti amori, sono un richiamo moderno a quei giornali di gossip che si fanno i? fatti altrui, riprendendo storie di belle bionde o aitanti mori, sicuramente meno ricchi di ardimento, di peripezie e di passioni Pure, quanto lo sia questa intrigante narrazione, palpitante suggestione trasformata in un moderno variet?, che lascia aperta e fa rivivere la Storia tra cristiani, musulmani, terre calienti e giovani gaudenti.
 




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