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”La Morte dei Locali”

Chi ?Sovrintende? impone normative nuove e non conosce ragioni,, dall?altra parte in molti chiudono !
I LOCALI PUBBLICI a BARI e non solo STRITOLATI DALLA BUROCRAZIA


C?? da fare un doppio discorso. Il primo ? normativo ci perderemo nella burocrazia italiana; il secondo non meno importante, ? come si pu? lavorare in queste situazioni in Italia e di come sono valutati i locali pubblici.
Forse sono le uniche attivit? commerciali, l`unico settore merceologico che non ha una legislatura chiara. Anzi alcune normative sono degli anni `30 (testo unico di Pubblica sicurezza) di circa quindi 80 anni fa. Principalmente, ad ogni cambio di guardia politica, ogni Sindaco e giunta possono grazie al federalismo mettere paletti e cambiare cose essenziali. Se poi, cambia il Sovrintendente (cosa che capita una volta l`anno), come ? successo anni fa a Trani e l`anno scorso a Bari, possono cambiare indi ogni anno le richieste per le strutture esterne. E non sono paradossi.
Come per l`arredo urbano, per gli orari di chiusura o come capitato a Polignano per i limiti alla pubblicit? (si non puoi pubblicizzare se organizzi un evento artistico) se la principale attivit? ? far da mangiare e da bere, non puoi organizzare (un tantum) un evento. In ogni citt? cambia la realt?. I locali serali sono stati la culla di artisti, in tutto il mondo, che hanno iniziato ad esibirsi in piccoli locali ed invece sembra se ne parli sono per schiamazzi, droga e malaffare.
Citt? come Rimini ne fanno un punto di forza (e non parliamo delle discoteche) un locale serale ? luogo di incontro, che fa da mangiare e da bere, e su questo ci siamo, che da lavoro (per carit? come qualunque attivit? commerciale), oltre che tiene viva una citt? che altres? sarebbe morta con lo spegnersi delle insegne dei negozi.
La discussione a Bari da oltre 10 anni ? infinita per i tavolini (specie a Bari Vecchia). A Trani, un paio di anni fa, i proprietari dei locali autorizzati per gli spazi esterni, subirono addirittura una retata all`alba nelle rispettive abitazioni. Il Motivo come negli ultimi mesi a Bari lo stesso le concessioni per le strutture esterne.
Il Sindaco con tre assessori (commercio, decoro urbano e marketing) e il direttore generale incontra i gestori che propongono: maggiore manutenzione e sicurezza, i gazebo e iniziative per i turisti. Per i gazebo decide la Sovrintendenza. Il Sindaco conferma che il lungomare sar? chiuso anche quest`estate che saranno garantiti i servizi di park & ride e che nascer? un Villaggio GLOBALE all`interno dell`area portuale con concerti e mostre. Si arriver? ad una soluzione che soddisfi tutti?
Dimenticavo un aspetto non trascurabile.
Ristoranti, pizzerie, bar ora pub, american bar o locali di intrattenimento. Non sono una Casta. Non hanno un sindacato (vero) che li difende o meglio sono senza potere di rappresentanza. E se non sei una chiara Corporazione in Italia puoi solo essere preso a schiaffi.
Nel frattempo hanno chiuso a Bari Vecchia ben 13 attivit? per lo smantellamento subito da molti delle strutture esterne e magari alcuni anche perch? la crisi di per se si fa sentire eccome.
Sicuramente la zona ? sovraffollata di locali per un errato sfruttamento di quel progetto finanziato dalla Comunit? Europea, il Piano Urban ultimato agli inizi del 2000, senza paletti che prevedessero una eterogenea distribuzione dei finanziamenti per tipologie di attivit?.
Quindi, d`altra parte, ai baresi evidentemente manca quella capacit? imprenditoriale e progettuale di ?inventarsi? a Bari vecchia un negozietto di artigianato un progetto turistico, un progetto diverso da quella che ? diventata la Movida. Una Movida che non balla pi?, che viene rimbalzata tra Comune e Sovrintendenza per iniziare a capire se qualcosa cambier?, se gli spazi esterni torneranno e come. Il + 130 % per i costi di occupazione di suolo pubblico ha un suo peso.
Una cosa manca a questo Borgo Storico totalmente votato al food&beverage: quella Unione, mancata per anni tra gli operatori, ? mancata con la cittadinanza che ha vissuto gli schiamazzi e non una vitalit? culturale, clamorosamente mancata. A Milano per la chiusura di un locale storico (Le Scimmie) sono scesi in piazza artisti, bodyguard, barman oltre ai clienti. Da Cochi Ponzoni a Bergonzoni erano in 500 per ?liberare la Musica?.
Se fossero visti come traino lavorativo e culturale, turistico e ludico e se avessero interagito con la vitalit? culturale (quasi impossibile pur volendo per i limiti burocratici) e se fossero vissuti come luogo di incontro e non penalizzati, sarebbe molto meglio per tutti.
Droga o alcolismo non finirebbero di esistere senza i locali pubblici, come la Malavita ?investirebbe? diversamente. La crisi inginocchia molti, la burocrazia ammazza e la mancanza di dialogo e di ricerca di soluzioni fa cadere le braccia.

Raimondo Cucciolla

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