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Book: l`ereditiera Guinness, Argentero, English style!

Choc in Gb. EREDITIERA DELLA BIRRA: GUARDATE CHE VITA DI M... HO FATTO!

Ivana Lowell nacque a New York . La sua infanzia ? stata vissuta tra l`America, l`Irlanda e il Regno Unito. In Inghilterra ? stato pubblicato il suo libro "What not say what happened?" Esso va dal 1940 al presente ed ? incentrato sulla sua relazione con la madre.
E inoltre sulla sua amicizia totalizzante con la compagna di bevute e sua unica referente, Lady Caroline Blackwood, che ? appunto il nome della genitrice, famosa ereditiera della birra Guinness.
Nel volume si fa cenno degli abusi sessuali a soli sei anni: ma lei si sentiva sola ed era contenta delle attenzioni di un adulto. Quindi la morte di sua sorella Nathalia, per una overdose di eroina a 17 anni.
Nel 1996 sua madre mor? di cancro. Andando a un lunch con una delle amiche della donna, la Lowell si sent? dire: "naturalmente sai chi ? tuo padre".
Ma lei non lo sapeva. Il primo marito di sua madre fu il pittore Lucian Freud, povero ed ebreo, oltre che giocatore incallito e puttaniere, per non farsi mancare niente. Mentre ella aveva invece rifiutato matrimoni con conti e duchi ; il secondo marito , il compositore Israel Citkowitz, che Ivana credeva il padre biologico.
Il terzo marito fu il poeta Robert Lowell, maniaco depressivo , dal quale Ivana prese il cognome. La Lowell si rivel? dopo un test del Dna figlia di un amante "intermittente" della madre il fondatore della New York Review of books , Robert Silvers. Ma il test era farlocco.
A 6 anni Ivana si rovesci? addosso una pentola di acqua bollente. Il 70 per cento del suo corpo era devastato e fu costretta a nove mesi di ospedale.
Eccola poi affrontare da adulta un trapianto di capelli, affinch? fosse presentabile per un eventuale marito. Il giorno del trapianto, sua madre non and? a prenderla dall`ospedale: troppo ubriaca. E il trapianto fall?. Vita pazza per la famiglia anche in seguito: nel Kent essi abitavano a Milgate Park, una vasta tenuta retta da domestici hippie che coltivavano marijuana in apposite serre .
La Lowell a sei anni doveva subire le visite di notte dal compagno della sua governante, omaccione che abusava di lei minacciandola con un pastore tedesco.
Da adulta, Ivana visse a Londra tentando una carriera di attrice, mentre la madre si spegneva per un cancro. Due anni dopo trasferitasi a New York, lavorava per la Miramax, come vice presidente creativo.
Nel 1998 la Lowell rimane incinta del futuro marito Matthew Miller. Daisy nacque il 16 giugno `99, data esatta della nascita della nonna. Ivana scopre dunque di essere figlia di Ivan Moffat, tramite un esame del dna per prevenire le malattie della piccola . Quando Daisy ha tre anni presenta Moffat alla bimba come il vero nonno. E la Lowell capisce di essersela scampata: in giovent? si innamor? di Jonathan , suo fratellastro. Ma la madre, preoccupata per la relazione, non le rivel? mai che il giovane fosse figlio di Moffat.
All`improvviso Ivana riceve una chiamata: il suo ritrovato padre ? ricoverato in un ospedale di Los Angeles per un infarto devastante. La donna arriva al capezzale del genitore: egli ha gli occhi chiusi, la faccia grigia. Ivana urla: "sono io, pap?". Ma egli era ormai andato.
Ivana ? fiera: sua madre le aveva nascosto tutto, ma le aveva dato il nome del genitore, per suggerirle di chi fosse figlia. Lei non aveva inteso. E per anni aveva creduto che suo padre fosse chiunque degli amanti della sua disinvolta genitrice.
Ora ? arrivato il tempo di riconciliarsi con s? stessa. E col suo libro, Ivana Lowell vuole dirci: anche le ereditiere piangono. Guardate che vita assurda ho fatto: meglio essere "common people", gente comune, senza arte n? parte. Ma con valori sani. Non l`alcol nel sangue. N? la degenerazione mentale come attitudine : essa provoca scompensi e pene che non si sedimentano mai.
ROMOLO RICAPITO

Luca Argentero: LE SUE PARANOIE
Luca Argentero, che sar? tra poco sugli schermi con "La donna della mia vita", ha dichiarato: "non mi vergogno pi? di essere chiamato attore: potrei farlo scrivere sul documento come professione".
Impera la crisi economica. Non si sa se si andr? ad elezioni o meno e il futuro del paese appare quanto mai incerto. Al sud domina la disoccupazione; a Napoli ? tornato l`incubo "monnezza". Le citt? sono insicure: rapine a tutte le ore ai piccoli esercenti, ai tabaccai.
Chi lavora in fabbrica teme di essere licenziato; la pedofilia ? in aumento, anche "per colpa" di internet. Negli asili maestre manesche menano le mani, terrorizzando i piccoli alunni.
In tutto questo, Luca Argentero ci intrattiene con le sue crisi d`identit?. Ma a noi, che ce ne importa?
ROMOLO RICAPITO

"FIGLIA, TI HO GENERATA IO: SEI DI AUTENTICO SANGUE ANGLOSASSONE!"
Celia Haddon ? una giornalista inglese, nata nel `44. Ella ha pubblicato 34 best seller dedicati alla vita dei gatti, pi? tre romanzi sentimentali sotto lo pseudonimo di Carolyne Courtney. La donna ha sempre desiderato un test del Dna , per poter provare al padre di non essere "un passerotto nel nido di un prigioniero di guerra italiano" come egli amava definirla.
Negli anni Ciinquanta, i ragazzi britannici non venivano introdotti all`educazione sessuale: tutto veniva spiegato con le solite storielle dei cavoli sotto i quali vengono rinvenuti i bambini, portati da claudicanti cicogne. Il padre naturale di Haddon la guardava con occhi tristi: al posto di Celia lui avrebbe voluto Celio, o meglio "Charles": insomma, un figlio maschio.
Inoltre la piccola Celia era sempre a letto per le classiche malattie dei bambini come orecchioni, morbillo, scarlattina, rosolia, febbri influenzali. Sul volto del padre una smorfia disgustata. Unita a un rimprovero: ma perch? sei nata femmina e fragile?
I genitori di Celia Haddon (la madre era figlia di un professore) litigavano in casa tutti i giorni, a tutte le ore. Di notte, la piccola Celia, con la febbre a 40, si svegliava spesso all`alba. Rumori dalla camera da letto: cigolii, sospiri, urla di piacere. E, subito dopo, urla di rabbia, pianti. E` cos?` che la giornalista ha sempre pensato che il sesso fosse una cosa sgradevole, della quale vergognarsi.
La famigliola infelice viveva in uno sperduto villaggio del Leichestershire. Il padre di Celia passava tutto il tempo libero cacciando, pescando, mangiando in interminabili banchetti seduto a tavola con gli amici e ruttando.
Dopo la guerra, pap? Haddon si diede a interminabili e spavalde partite di caccia alla volpe, durante le quali si fer? pi? volte, finendo per rompersi l`osso del collo. Pi? volte non voleva nemmeno vedere i dottori e una volta dopo un incidente serissimo, nel `74 , rifiut? l`ospedalizzazione, volendo essere portato direttamente nella sua camera da letto. Sua madre era un`intellettuale: adorava dipingere, suonare il pianoforte e flirtare coi vicini. Quando poi tre prigionieri di guerra italiani vennero assegnati alla fattoria di famiglia per i lavori forzati, il matrimonio segn? un punto di non ritorno.
"Che uomini affascinanti e romantici"-sospirava tutto il tempo la signora Haddon, ammirando soprattutto un soldato con i capelli ricci e neri, alto, magro e dai denti bianchi e perfetti. La signora osservandolo pensava che fosse bellissimo... Dai pantaloni fuoriusciva un intenso gonfiore. La piccola crebbe dunque con la convinzione che gli italiani avessero una marcia in pi? rispetto ai ragazzi inglesi, efebici ed effemminati, dopo che la sua mamma le raccontava quella sensazione , di certo piuttosto peccaminosa. Il padre divenne sempre pi? sospettoso, sino ad attribuire alla presenza degli "intrusi" un tradimento della moglie con tutti e tre. Non era vero, pare, ma la vita di tutti divenne un inferno. Ella , incinta, si trasfer? dai genitori e partor? a Cambridge.
L`uomo pens? sempre che la ragazzina fosse una bastarda ma non voleva divorziare, considerando il divorzio una iattura. Anni dopo, quando la coppia effettivamente divorzi?, egli soffr? molto. Avrebbe preferito una semplice separazione. E fu solo quando Celia ebbe 40 anni che sua madre torn? sulla questione della nascita: no, ella non aveva mai tradito il marito, la giornalista era la sua figlia naturale.
Cosa che d`altronde la donna aveva sempre saputo. Da adolescente cresceva con tratti somatici tipici del Nord Europa, i capelli biondi, la pelle chiara e trasparente. Non certamente con i capelli scuri e il colorito olivastro proprio delle ragazze siciliane o calabresi. Celia sembrava la sorella gemella del fratello, Merlino. Da adulti, Celia e suo padre diventarono, inaspettatamente, amici intimi. E quando l`uomo dopo un terribile infarto giacque in ospedale un anno intero, Celia fu la sua pi? assidua visitatrice, a parte la sua matrigna, con la quale andava sempre d`accordo. L`ultimo pensiero di Haddon, prima di morire, fu: perdonami figlia mia. Ti ho generata io, non un italiano!. Celia ringrazi?, grata.
ROMOLO RICAPITO
 




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