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Banche armate
Mettiamola cos?: se non ci fossero le armi esisterebbe la guerra?
Domanda semplice e retorica, si potrebbe obiettare, ma vera e drammatica nella sua essenzialit?.
Ricordiamo quanti scienziati si indignarono e ritrassero quando scoprirono le ignominie a cui si voleva dare vita dalle loro scoperte; ma ricordiamo anche quanti hanno abusato del potere loro conferito in nome di queste ignominie.
Se per la pi? parte dei casi procedere per divisioni nette, definite, non ? cosa saggia, per questa materia un discernimento manicheo ? necessario e doveroso.
Cosa vuol dire sancire all?articolo 11 della nostra Costituzione ?L`Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libert? degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parit? con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranit? necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.? e poi foraggiare la produzione e il commercio di armi incrementando a dismisura gli investimenti nel settore? A cosa e a chi serve tale ipocrisia se non a mantenere il nostro grado di benessere e giustificare quanti continuano a non sentirsi coinvolti da questo stato di cose, perch? inconsapevoli o peggio perch? convinti di non poter fare nulla.
E? evidente che con i soldi degli utenti le banche, tutte ad eccezione di Banca Etica, finanziano l?industria bellica e autorizzano transazioni per la compravendita di armi. Basterebbe, allora, che ognuno di noi si assuma delle responsabilit? forti e incontrovertibili; sul sito www.banchearmate.it si possono trovare gli strumenti utili per combattere lo sterminio di vite umane.
Non serve elemosinare, donare, non ? con il buonismo che si potranno eliminare le disparit? e le ingiustizie; servono scelte forti e consapevoli.
Gennaio 2006
Massimiliano Forgione
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