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Falcone e Borsellino

Falcone e Borsellino - La calunnia, il tradimento, la tragedia
Di Giommaria Monti - Editori Riuniti - Pagine 264 ? Euro 14,00

Questa nuova edizione arricchita dei contributi delle donne che dopo le tragedie hanno ereditato il fardello della necessit? della continuazione della lotta alla mafia (Maria Falcone e Rita Borsellino), vuole essere una difesa della memoria storica, dell`incommensurabile beneficio che la perseveranza della lotta all`ingiustizia della violenza porta alla civilt?.
I ricordi delle due donne riportano della profonda solitudine che i due giudici provarono, ad un certo punto del loro impegno civile, abbandonati come si sentirono dalle Istituzioni. ?Ricordo con quanta amarezza Paolo ogni tanto mi diceva di aver dovuto cancellare dal novero dei suoi amici persone con le quali riteneva di non poter pi? avere rapporti.
Il suo isolamento, come quello di Giovanni, era un isolamento che arrivava dalle istituzioni, ma anche, spesso, dalla societ?.?; chi scrive ? Rita Borsellino ed ? un passaggio fondamentale per capire le ragioni del come le stragi furono possibili e di come la lotta alla mafia abbia subito la sua inesorabile battuta d`arresto.
Un elaborato documentale che ci consegna atti processuali, dichiarazioni e articoli, costrutti ingegnosi dei detrattori della giustizia, di tutti coloro che anni dopo si sono ritrovati in quella scellerata dichiarazione dell`ex Ministro alle Infrastrutture Lunardi: ?Con la mafia bisogna conviverci?, che la dice lunga su come i sospetti e i veleni che si abbatterono sui due magistrati avevano un disegno politico-mafioso-economico ben preciso, lungimirante, di sistema.
Fondamentale per capire i termini delle divergenze d`opinione ? l`articolo di Leonardo Sciascia che, attraverso i suoi romanzi, contribu? per primo a rivelare il fenomeno mafioso rinnegato sin dalla sua nascita e che, attraverso il suo intervento sul Corriere della Sera del 10 gennaio 1987 dal titolo ?I professionisti dell`antimafia? gett? un`ombra di discredito sull`operato dei due magistrati. Occorre leggere bene queste pagine per rendersi conto che l`analisi ? complessa e che il giudizio morale e di prassi ? molto pi? ricco di significati.
Nel 1988 Paolo Borsellino denunci? la gravit? dell`inattivismo dello Stato nei confronti della lotta alla mafia dopo che il pool antimafia, composto da Falcone, Caponnetto, Di Lello, Guaranotta e lo stesso Borsellino, fu inspiegabilmente smantellato dopo le pi? di cento condanne del maxiprocesso; per volont? politica le indagini ancora in corso furono disgregate per diventare competenze di diversi procuratori, alcuni di fresca nomina e senza alcuna esperienza del fenomeno mafioso.
Di quell`intervista riportiamo un passaggio significativo che possa sancire la valenza di una triste premonizione, quella che fatalmente si avver? con i due efferati massacri del 1992 che ci privarono per sempre del contributo eccezionale di due ricercatori leali di verit?: Falcone e Borsellino con tutti i custodi della scorta, affinch? possa essere scritta a futura memoria la sentenza civile della pubblica opinione che, se delle responsabilit? politiche ci furono in quei due attentati, ebbene, questa ? una verit? storica e non una infamante illazione instillata dai due stessi Giudici:
Lei qualche giorno fa alla presentazione del libro ?la mafia di Agrigento? in sintonia con Falcone ha ripetuto che il terzo livello mafioso non esiste. Cosa significa?
Tutte le inchieste ci dicono che la mafia ? un`organizzazione di tipo militare. Quando abbiamo trovato dentro Cosa nostra rappresentanti del mondo politico o imprenditoriale ci siamo accorti che non ricoprivano mai ruoli di grande responsabilit?. S?, tanti personaggi politici si servono dei mafiosi o scambiano favori con i boss. Ma questo ? un altro discorso. Del resto anche Buscetta fa intendere certe cose dicendo che su quel fronte non vuole dire nulla, non vuole fare nomi.
Massimiliano Forgione
 




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