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Finanziaria? Allegra, ma non troppo!

Il 30 settembre di ogni anno si scatena puntualmente la guerra dei numeri. Il governo deve presentare al Parlamento una proposta di legge finanziaria, che quest?anno ? blindata dal voto di fiducia, tanto per non mandare a casa anzitempo l?attuale esecutivo. Immaginiamo le facce sconsolate e tediate dell?italiano medio che di fronte a questo frullato di ricette, tagli e ritagli su misura, ritenga la manovra finanziaria una questione monotona e complicata, lontana anni luce dai sogni e i bisogni del cittadino che si aspetta uno Stato pi? efficiente, citt? coperte da una rete di trasporti ed infrastrutture adeguate, sanit? e scuola meno care.
Quando si comprende che la Finanziaria 2006 non comporta il classico balzello per le tasche degli italiani, ma misure draconiane di austerity e tagli netti alla spesa sociale, i ?sacrifici? che il Premier raccomanda (e ?impone?) si fanno meno impercettibili e pi? pesanti. In ottanta ore il Ministro Tremonti da buon giocoliere ha tirato fuori dal cilindro 20 miliardi di euro, di cui 11,5 da destinare alla correzione del deficit imposta dall?Europa al nostro paese come condizione necessaria per sanare i nostri conti malati e appartenere alla grande famiglia UE. Solo 4 miliardi sono previsti per sviluppo e famiglia. Proprio a queste ultime sar? destinato un Fondo sociale di 1,4 miliardi di euro sotto forma di un bonus di 535 euro ai pensionati al minimo e un assegno per ogni secondo genito nato nel 2006 e la fornitura di libri scolastici gratis ai meno abbienti.
Per dare il senso di responsabilit? e dimostrare come non sia una Finanziaria elettorale, tra i 37 articoli spunta l?esenzione dall?Ici per scuole private, case di cura, ristoranti e foresterie appartenenti a istituzioni cattoliche. Le stesse che gi? non versano alcuna tassa comunale per chiese, oratori, conventi e monasteri. Con un danno ?stima l?ANCI- di circa 300 milioni di euro, di cui 25 solo a Roma. La scure del Governo si abbatte implacabilmente su Regioni ed enti locali minori. Per comuni e province si tratta di un taglio alle spese che si aggira attorno al 6,7%, e per non infierire sulle politiche sociali i sindaci dovranno pescare risorse altrove, istituendo le cosiddette ?tasse di scopo? e attirandosi le proteste dei cittadini. Da questa operazione il Governo ne uscir? lindo e avr? buon gioco ad accusare gli enti locali di strangolare i contribuenti. Che bella la devolution quando la Finanza ?creativa? del Governo impone restrizioni. Per il principio di ?sussidiariet?? la colpa ? dell?ente pi? vicino al cittadino che ha messo a segno la stangata. E anche la spesa sanitaria ? con buona pace del Ministro Storace che ha scritto una lettera di protesta a Tremonti ? subisce una compressione pari a 2,5 miliardi. Da recuperare, si intende, con ticket regionali sui ricoveri e sui farmaci. Ma la novit? consiste nella ?tassa sui tubi?, ovvero una addizionale sulle reti elettriche del gas e delle telecomunicazioni, che i consumatori a loro volta pagheranno con aumenti delle tariffe. Circa 6 miliardi si conta di recuperarli attraverso la rivalutazione dei cespiti mobiliari e immobiliari e quella dei canoni demaniali; infine da un intervento sugli accantonamenti bancari. Poi spuntano 2 miliardi che si prevede di guadagnare dalla lotta all?evasione, a meno che questa voce della legge Finanziaria sia possibile quantificarla. La ciliegina sulla frittata ? la riduzione del 10% agli stipendi dei parlamentari e alle spese ministeriali (meno auto blu e meno fondi per incarichi di consulenza). Provvedimento dal sapore prettamente elettorale, che fa il paio con l?esenzione ICI per le istituzioni ecclesiastiche. Incrementi anche sul fronte del Lotto che, si ipotizza, potrebbe sfornare numeri con estrazioni giornaliere. I sindaci dei capoluoghi hanno gi? lanciato un grido di allarme contro questa nuova insidiosa ?anemia mediterranea? che colpir? comuni e province per sfamare uno Stato bulimico in cerca di maggiori entrate. Veltroni in testa minaccia di ?spegnere le luci di 20 mila lampioni?. A Roma infatti arriveranno 312 milioni di euro in meno, che, se volessimo quantificarli in termini di danni alla spesa sociale, corrisponderebbero a 44 mila alunni delle elementari che si pagherebbero libri di tasca propria, anticipo per la chiusura delle metropolitane alle 20,30, e duemila buoni casa in meno. Senza fare troppo il catastrofico, il sindaco di Roma dice che ?questa manovra mette davvero a repentaglio la coesione sociale e civile del paese?.
I sindaci delle altre citt? d?Italia meditano di risparmiare sulla manutenzione delle strade, degli edifici scolastici, del verde. Ma non solo. La forbice dei tagli a Milano potrebbe toccare la sanit? con nuovi ticket. Infine un taglio di 1,1 miliardi per il pubblico impiego che riguarder? specialmente i dipendenti statali a termine. La Finanziaria nel complesso ? un pasticcio inestricabile. In compenso, diminuiscono le ?una tantum? a cui Bruxelles guardava con netto disfavore. E cos? anche quest?anno il miracolo di San Gennaro ? compiuto. Dal lungo travaglio ne esce una manovra avara, pressata s? dall?esigenza di far quadrare i conti onde evitare sanzioni dell?Ecofin, ma anche poco disposta a investire sullo sviluppo del paese. Ancora nessun provvedimento che affronti la precariet? nel lavoro, assenza di prospettive anche per ricerca e universit?. Probabilmente assisteremo ancora ad una diffusa cattiva gestione nella sanit?.
Le tasse quindi aumenteranno, ma ? vietato creare allarmismi. Il Governo ? responsabile. I comuni, cio? l?ultimo anello della catena fiscale, saranno realisti. Non ci aspettavamo certo miracoli da Tremonti & Co, ma almeno un atto di onest? come quello del suo collega predecessore che, per un tardivo ruggito di responsabilit?, ha preferito evitare disastri ulteriori. E ha polemicamente gettato la spugna. Quasi un?ammissione di fallimento di tutto il Governo. Quasi un invito ad interrompere questa lenta agonia ed andare alle urne. Ancora una volta Berlusconi ha perduto una buona opportunit?. Forse l?ultima.

Fabio Dell?Olio
 




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