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L`ULTIMA TRAVERSA DI PAOLO MAURENSIG

RIELABORA I "PRURITI" DI UCCELLI DI ROVO. UN GIOVANE PARROCO TENTATO DAL SESSO E DAL GIOCO!
Romolo Ricapito

E` stato appena pubblicato dalla casa editrice Barney un breve racconto di Paolo Maurensig, "`L` Ultima Traversa" (75 pagine, 9.90). La tematica (frequente) dei libri di Maurensig ? il gioco degli scacchi, visto come metafora di altro.
L`Ultima Traversa ne ? la conferma. Ma, mentre nel libro pi? noto di questo autore, La variante di L?neburg, il gioco era la "rivelazione" dello sterminio nazista ai danni degli ebrei, visto come la sfida tra un internato e un perfido comandante tedesco che si "giocavano" la salvezza, oppure la condanna dei deportati rinchiusi in un lager con il muovere le figure della scacchiera , qui il protagonista ? un prete bello (nel vero senso della parola) che riscopre gli scacchi come alternativa alla "tentazione" rappresentata dalle sue parrocchiane.
Tali donne, afferiscono presso la parrocchia di un piccolo paese del Sud Tirolo dove il giovane parroco ? stato allocato.
All`interno del Confessionale, confidano a Aloiz Daver (il nome del "prete bello") i loro turbamenti, desideri e pulsioni inconfessabili, spiattellate sfacciatamente nel segreto del sacramento.
In preda ai "bollori" in fatto di sesso,il ventinovenne parroco, quasi emulo del celebre padre Ralph di "Uccelli di Rovo" ( che per? al contrario del "collega" non vorrebbe "consumare" gli eventuali frutti "proibiti" rappresentati dalle belle paesanotte dell`altopiano del Renon, rubiconde e "diavolesse") riscopre un suo antico vizio, quello degli scacchi.
Vizio scaccia vizio, allora; Aloiz si appassiona al gioco solitario, ma alla fine ha bisogno anche di un partner, ovvero di un giocatore disponibile.
Lo trova infine in tale Daniel Harrwitz, un misterioso ebreo tedesco che vive in una torre in rovina, lontano dall`abitato.
La vicenda ? ambientata nel 1884 e l`ultima traversa della scacchiera rappresenta la morte e il premio finale.
Dopo molte partite consumate in una vecchia locanda, alla presenza degli abitanti del piccolo paese, il ventinovenne parroco assume una dimensione pi? profana , conquistando anche i fedeli uomini: ?, incontrovertibilmente, la versione "sacra" dei peccatori del piccolo borgo.
Aloiz ? un peccatore anche lui, infatti : ama il gioco con troppa morbosa enfasi... Alla fine la confessione sul letto di morte dell`ebreo fatta al parroco ? rivelatoria di una vita di esclusione e peccato.
Il vecchio, a causa della dipendenza dal gioco, si ? rovinato, isolandosi e rinunciando finanche all`amore di una donna.
L`inaspettata confessione provoca nel giovane parroco una "revisione" all`interno di s? stesso.
Timoroso di finire la vita "in solitario", getta la tonaca alle ortiche e abbraccia l`amore fisico, rappresentato dalla pi? bella tra le giovani corteggiatrici che lo tormentano nel confessionale.
Una vicenda boccaccesca se non fosse che essa ? trattata con estremo rigore e senza alcuna volgarit? o compiacimento.
Il prete bello, ora felice marito e padre, ? l`antenato di un`albergatrice di Bolzano che riceve la visita del narratore dell`intero racconto.
Il monito dell`intreccio: il gioco rovina la vita. Meglio dedicarsi al piacere fisico, possibilmente all`interno del matrimonio e lontano dalla Chiesa. Una scelta iconoclasta.
 




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