PIONIERI A KABUL NAUFRAGANO A VENEZIA

Patch Adams, il medico che fa il clown per guarire i suoi pazienti va a Kabul per portare per la prima volta i clown in guerra. Enzo Balestrieri insieme a (specifica tu, io non mi ricordo chi sono i promotori ed i produttori) lo porta a Venezia con il film ?Clown in Kabul? Patch ! Patch! Patch Patch Patch! Povero Patch! Gli eruditi critici cinematografici sono riusciti a dare addosso pure a te! Quanta poca riconoscenza! Einstein diceva: ?I grandi Spiriti hanno sempre subito forte opposizione dalle menti mediocri?, e cos? il film-documentario, o come diavolo lo volete chiamare, ?Clown in Kabul? di Enzo Balestrieri e Stefano Moser, che ci d? un resoconto dell`iniziativa di Emergency e Gino Strada in Afghanistan durante la guerra dell`anno scorso, ? stato criticato di ?eccessivo buonismo?. Questo perch? si vedeva il sempre allegro Patch commuoversi di fronte al corpicino di un bambino ferito da forti bruciature. Povero Patch davvero; a causa del fallimento di Cecchi Gori, non sappiamo nemmeno se il film vedr? la luce dei proiettori nazionali. Anzi, povere le persone! D`altro canto chi ci rimetter? maggiormente, se il film non arriver? nelle sale, sar? il pubblico stesso, che verr? privato dell`occasione di aprire gli occhi su una realt? cos? importante e diversa dalla banalit? che ci viene buttata addosso dalla maggior parte dei media che ?lavorano per noi?. Un bel lavoro, ma un sacco di delusioni per il grande Patch Adams, che a gran voce spiegava al suo gruppo che devono sentirsi dei pionieri. Prima avevano portato i clown negli ospedali, ed ora portavano i clown in guerra. Che grande uomo, e pensate che mi trovavo davanti all`ingresso del gala finale di beneficenza, del quale Patch doveva essere l`ospite d`onore, e mi piegavo dal ridere vedendo che il servizio d`ordine non voleva far passare Patch e il suo gruppetto di clown. Li avevano scambiati per dio sa che cosa! Che bello constatare la dilagante ignoranza degli elementi ai quali viene affidato il mantenimento dell`ordine. Certo, ? banale anche dirlo: meno sai, e pi? obbedisci. Ormai ? una tendenza che dilaga anche tra i principali nodi dell`informazione. Un tempo anche il cinema poteva sembrare una speranza perch? gli individui aprissero gli occhi su orizzonti lontani, e c`? chi spera tutt`ora che possa essere ancora cos?? ma quanta fatica! Cos? a glorificare il cinema Italiano c`? il premio come migliore attore a Stefano Accorsi per il film di Michele Placido ?Un viaggio chiamato amore?, che era stato fischiato dal pubblico alla fine della visione. C`era una frase scritta sulla bacheca allestita da Gianni Ippoliti; diceva: Dino Campana sta a Stefano Accorsi come L`incredibile Hulk sta a Lamberto Dini?? come dargli torto. Niente premi per il ?compatriota? Sergio Rubini che era arrivato al festival con ben due film. Mentre tiene duro Nico Cirasola, che porta in promozione, riscuotendo molto interesse, immagini tratte dal suo nuovo film da poco finito di girare ?Bell`Epok?r?. Il film, in maniera sottile ed intelligente, tenta di sviscerare i meccanismi di azione di una societ? pigra e profittatrice che portano alla distruzione dei beni comuni e culturali, come nel caso particolare del teatro Petruzzelli di Bari, dal quale il film trae spunto. Ma il pubblico avverte il disagio di un festival poco soddisfacente e lo sfoga criticando piccolezze come l`organizzazione, a detta di molti troppo ?tedesca?, del direttore Moritz de Halden. Insomma come al solito stiamo criticando lo straniero di turno che ha cercato di fare del suo meglio, e cos? ci risparmiamo di pensare alla triste situazione del nostro cinema italiano, e magari alle ragioni che stanno dietro a certi dispiaceri. di Marco Ballerini