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BARI CAPITALE DELLA CULTURA?

Ma siamo certi che la cittadinanza sappia gradire e riempire tutti questi spazi culturali (siamo certi ci sia a Bari tutta questa richiesta culturale??)
Si, avete letto bene, Bari vuole candidarsi a capitale Europea della cultura per il 2019! I piani del Comune sembrano tutti spinti dalla vena culturale del Sindaco che non a caso ? anche assessore della Cultura.
Nel 2019 la manifestazione si svolger? in una citt? italiana ed una bulgara.
La concorrenza in Italia ? di primo piano e molte citt? si sono gi? organizzate come Venezia, Siena e Ravenna finanche la citt? dei Sassi Matera ha costituito un comitato scientifico mettendo sul tavolo 2 milioni di ?. Ora bisogna attendere il 2013 ed il bando del Ministero circa i finanziamenti di Stato.
Il Comune di Bari per il momento ha l?assessore al marketing Paparesta che fa l?arbitro della situazione, forte della sua esperienza sul campo e non parliamo di quello calcistico ma quello di grandi eventi avendo infatti anche, tra varie deleghe quella al Piano Strategico nonch? con la delega rapporti internazionali per l?appuntamento milanese dell? Expo 2015.
Paparesta vuole come tema della candidatura, ?accoglienza e dialogo, di Unesco e circuito dei castelli? con l`assessore alla cultura della Regione, Silvia Godelli e quello della Provincia di Bari Nuccio Altieri ha creato un ?pensatoio? con alcuni protagonisti reali o istituzionali della cosiddetta vita culturale barese.
Dal jazzista Roberto Ottaviano da anni anche ottimo organizzatore d?eventi ad una schiera di personaggi istituzionali: dalla Filipponio Tatarella (la moglie del Fu Pinuccio sempre in quota politica) gi? nel chiacchierato consiglio d?amministrazione del Petruzzelli, il contestato Presidente del Teatro Pubblico Pugliese Grassi.
Ma non tutti sono convinti dell?iniziativa. A. Laterza, gi? Confindustria e anch?esso nel consiglio d?amm. del Petruzzelli, parla di politica ed economia come base necessaria, quasi ad intendere che in questo caso le due cose sono abbastanza? mediocri, per il prof. Borri la proposta ? avventata mentre il Viesti economista con in mano la patata bollenteFiera del Levante, ? possibilista.
Lo scenario non pu? diventare di pi? ampio respiro regionale con Brindisi e Lecce satelliti. Nel mentre il Sindaco salentino Perrone ha presentato la candidatura di Lecce. Ma il problema principale da risolvere per una citt? che si vuole presentare come Capitale della cultura, sono i luoghi dedicati e la capacit? gestionale. In entrambi i casi basta l?elenco dei luoghi per capire che le cose da risolvere sono tante in primis la gestione al momento totalmente politica con zero trasparenza e partecipazione degli attori principali del territorio.
L?Auditorium Nino Rota che ? rimasto inattivo per oltre vent?anni, esattamente dallo stesso anno del Teatro Petruzzelli storia che conferma l?incapacit? se non le colpe gravi della politica, il Teatro Piccinni in fase di ristrutturazione, la Fiera del Levante con deficit ed incapace di creare eventi e sviluppo, uno spazio come la Manifattura dei Tabacchi dismessa e senza idee (tranne un mercato rionale mal gestito), Il Teatro Kursaal Santalucia al centro di una serie di problemi tra gestione privata, banche creditrici e istituzioni pronte come avvoltoi, l?idea del Nuovo Teatro Margherita con Sala Murat e Mercato del Pesce per l?arte.
E volendo si pu? aggiungere lo spazio del progetto Bollenti spiriti dopo 2 milioni di ? spesi per una struttura che fa acqua in tutti i sensi ed ancora senza una gestione. Tutte queste strutture da chi dovrebbero essere gestite? Dai politici che di volta in volta si avvicenderanno? Per spendere l?80% in stipendi ed aprire il ?luogo culturale? 20 giorni l?anno? O per avere una Fiera ancora di gestione pubblica con i capannoni sempre vuoti?
E? opportuna una svolta dove gli enti rimangano al massimo custodi delle strutture ma la gestione deve passare a consorzi di operatori culturali e dello spettacolo, capaci di unirsi di cooperare, di produrre, di RIEMPIRE I CONTENITORI, di farli vivere tutti i giorni. Non solo per un anno della cultura ma per una vera politica culturale che la pu? ben fare chi lavora nel settore.

Raimondo Cucciolla
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