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CARMELO: BENE LA TV, MALE IL CINEMA.

LIBRI- CARMELO BENE "CONTRO IL CINEMA": ECCO PERCHE` PREFERIVA LA TV!
di Romolo Ricapito
E` stato presentato al Cineporto di Bari (situato all`interno della Fiera del Levante) il libro di Carmelo Bene "Contro il Cinema", curato da Emiliano Morreale ed edito da Minimum Fax, 15 euro, 2011.
Sono intervenuti Emiliano Morreale, Piergiorgio Giacch? (antropologo del teatro presso l`Universit? di Perugia) e Luigi De Luca, vicepresidente dell`Apulia Film Commission.
De Luca ha introdotto l`argomento mostrando al pubblico intervenuto una parte di un`intervista rilasciata da Carmelo Bene (1937-2002) allo scrittore Sandro Veronesi per la rete Telepi? e risalente al 1995.
Bene, icastico e sardonico come tutti lo ricordano, definiva il cinema come un plebiscito contrario al buongusto. Con l`aggiunta che gli abbonati delle stagioni teatrali sono le ?lite delle piccole masse.
Dopo aver ricordato con simpatia i Fratelli Lumi?re, gli unici meritevoli di una sua citazione, il mattatore fa una serie di dichiarazioni tra l`originale e lo sferzante.
Egli rifiuta la traduzione simultanea, perch? colpevole di mediare . Michelangelo Antonioni fu un regista maestro d`ironia e i suoi film delle opere "comiche", perch? dotati di veleno improvviso, "ghiaccio caldo", contraltari dunque alle pellicole comiche tradizionali, che sono solo delle "farse". Per Carmelo Bene l`autore ? sempre scisso dalla sua opera : se egli ? un capolavoro, non ? tenuto infatti a produrre altri capolavori.
Nella sua concezione l`immagine, dunque il cinema, ? cosa volgare. I Festival del cinema sono equiparabili a Festival dell`ibrido. Senz`altro il cinema ? tributario della letteratura e della musica, ma egli ammette candidamente di non aver mai visto un film.
E ancora: il doppiaggio ? l`ennesimo doppione, Fellini era il maestro di uno sciaguratissimo compiacimento del set cinematografico. Emiliano Morreale sottolinea come C. Bene fosse agito da un furore di negazione; per l`artista il cinema non ? mai esistito se non come erede del teatro e della letteratura ottocenteschi. Questo ? un concetto che lo unisce a Luis Bunuel (1900-1983), che la pensava alla stessa identica maniera.
Il volume "Contro il cinema" consta di interviste inedite che vanno dal `68 al 1973, ovvero il momento esatto nel quale Carmelo Bene era impegnato a fare del cinema (gir? in tutto cinque film come regista, tra cui Nostra Signora dei Turchi).
Il professor Giacch? anima la discussione citando una frase dei Fratelli Lumi?re: il cinema ? un`invenzione che non ha futuro. Tale frase sarebbe andata a genio a Carmelo Bene, il quale considerava l`arte come rappresentata esclusivamente da personaggi che eccedevano da essa: Raffaello, Velasquez, Bernini e Canova.
Le riflessioni di Carmelo Bene contenute nel volume appaiono comunque oltre che provocatorie, anche molto attuali. Esse furono ritenute impubblicabili all`epoca dagli editori, ma circolavano in ciclostili ed erano molto lette nell`ambiente degli intellettuali e degli addetti ai lavori.
E costituiscono nel presente un`utilit? e uno stimolo in pi? per le nuove generazioni. Per Carmelo Bene il cinema era il romanzo "Ulisse" di Joyce, che egli considerava mirabilmente cinematografico e ricco di "film" contenuti all`interno della narrazione, che secondo il suo parere era assimilabile a una lunga sceneggiatura. Il problema che si ripropone ? quello tra l`autore e il suo linguaggio.
Carmelo Bene era un performer, un uomo da record. Il suo confronto con l`arte filmica era niente altro che un confronto con s? stesso, una sfida che egli ha sempre apertamente dichiarato. Bene rappresenta un attore inteso nella maniera pi? assoluta e totalizzante , colui che porta la provocazione al massimo livello, un insegnante di verit? incontenibili , prima tra tutte la verit? dell`arte.
Tale verit? ? dolorosa, epper? illuminante.
Carmelo Bene pu? essere dunque paragonato al Genio della Lampada, perch? accende il dibattito sul pensiero e sulla filosofia, laddove tale pensiero e tale filosofia sono una comunione, o meglio l`epifania del disvelamento dell`anima.
Nel libro di Minimum Fax , C. Bene ? un solo attore, circondato da tanti personaggi (i suoi intervistatori).
Semplificando, nelle risposte l`artista afferma delle cose sue, ma per la gran parte recita con forme che oramai gli sono proprie e che egli ha da lungo tempo introiettato. Egli "?" dunque quelle cose, essere materico eppure personaggio sui generis della commedia dell`arte.
Alla fine Carmelo scelse la tv rispetto al cinema, con la registrazione in bianco e nero dell`Amleto. Il mezzo televisivo si adattava meglio al suo eclatante mimetismo. Con la tv egli pu? escludere l`odiato montaggio ed ? inoltre stimolato a lavorare meglio sul suono della sua splendida voce.

 




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