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Il mobbing

Finalmente l`uso della parola mobbing (dall`inglese to mob, attaccare, aggredire) si va pian piano estendendo.
Non pi? adoperata per definire i comportamenti sleali di chi prende di mira una persona sul posto di lavoro, ma tendente oggi a descrivere (anche nel gergo giornalistico) tutte le discriminazioni che colpiscono la nostra societ? nella sua interezza.
Prima: subiva le ingiustizie chi era "diverso" per razza, religione e sessualit?. Adesso: ti "mobbizzano" perch? sei "uguale", troppo normale.
Ultimo esempio. Il caso del ragazzino 14enne che si ? impiccato giorni fa a Ischia.
Bravissimo a scuola. "Troppo bravo" per i suoi compagni.
E via quindi con le offese, i dispetti, la messa all`indice, tutti quei comportamenti che, se estremizzati, possono portare dritto al suicidio.
Ma cosa vuol dire oggi, nel 2007, essere "normale" e perch? questo fattore costituisce una nuova forma di diversit??
I valori di un tempo, quelli insegnati a scuola, in famiglia, in parrocchia, sono da molti ormai avvertiti e considerati come dei disvalori.
E non ? sufficiente dare sempre la colpa alla televisione coi suoi falsi miti e i suoi programmi diseducativi.
Gran parte di questa situazione direi allarmante ? riconducibile alla famiglia d`origine, istituzione ormai in crisi da almeno tre decenni. In quanti nuclei familiari ? praticamente impossibile comunicare serenamente, senza doversi per forza psicologicamente "nascondere" , per non soccombere alla volont? del pi? forte?
Fratello contro fratello, figli contro genitori e, ancora, genitori contro figli. Una parola di troppo, un gesto, un semplice sguardo ed ? lite, controversia, l`inferno tra le pareti domestiche.
Spesso si deve giocoforza convivere, per l`impossibilit? di andarsene via, per vigliaccheria, per un malinteso senso del dovere e del quieto vivere. La vita diventa cos? tutta una finzione, affinch? non si giunga ai ferri corti o al cosiddetto "punto di non ritorno".
La parte dominante, quella che si fa forte ( e che in realt? ? la pi? fragile) domina sul pi? "debole", ossia sulla persona che ? pi? ragionevole, quella dotata di maggiore equilibrio.
Marito contro moglie. O l`inverso: e sono settimane, mesi, anni d`inferno, di incomprensioni, di occasioni perdute, di feste comandate rovinate, perch? durante le festivit? il malessere interiore del familiare affetto da gravi problematiche esplode.
Esso da endemico diventa tangibile, incontrollabile, pericoloso.
Questa dinamica si avvia subdolamente e spontaneamente.
Ed ecco, quindi, che nel mondo "esterno" la persona pi? ordinaria, quella che pu? apparire come "inserita" o che si comporta con correttezza( o semplicemente fa il suo dovere) diventa un birillo da abbattere a tutti i costi e con qualsiasi mezzo, ma specialmente quello pi? devastante (rispetto agli altri): la violenza psicologica, attuata da alcuni insospettabili.
Molti giovani o giovanissimi crescono in tali situazioni drammatiche e disarmoniche.
Il reality show, il computer, lo spinello sono soltanto i falsi imputati, i presunti colpevoli al banco degli accusati.
Riprodurre allora anche all`esterno ( col mobbing) le disfunzioni e le disforie presenti all`interno (in famiglia) per alcuni diventa un imperativo categorico utile ad affermare s? stessi.
Per sconfessare "l`altro", il nemico, in un cupio dissolvi che ormai non ha pi? ragioni, n? regole o confini geografici.
ROMOLO RICAPITO
ore 13.30 - 12 Settembre 2007
 




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